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La poesia è morta. La poesia può risorgere grazie alla tecnologia?

La poesia è morta. Per molti decenni è stata chiusa in una bara di autoreferenzialità, sigillata da chiodi di conservatorismo, […]

la poesia è morta

La poesia è morta. Per molti decenni è stata chiusa in una bara di autoreferenzialità, sigillata da chiodi di conservatorismo, sepolta sotto un fitto strato di misera vanità.

La poesia è stata tenuta lontana dal presente, lontana dalla tecnologia, lontana dalla rivoluzione digitale.

Ma non poteva non continuare a essere uno spazio in cui contenere battiti di cuore e scorci di inferno. Non poteva non rimanere il legame indissolubile fra la parola e il mistero che gli umani si portano dentro.

Poi è arrivato Instagram con la sua voglia di mettere la vanità in vetrina. Tanti si sono improvvisati e autodefiniti poeti, senza conoscere pressoché nulla dello spirito della poesia. Qualcuno è riuscito a raccogliere grandi masse di ammiratori. I più poi spariscono: la poesia vive la sua dignità nel tempo che scorre. La poesia non può essere confinata alla soddisfazione della vanità.

Nel frattempo i poeti “tradizionali” continuavano a tenere la memoria dei grandi poeti nel chiuso dei loro piccoli circoli.

Nessuno ha fatto veramente i conti con la vocazione della poesia di ibridarsi con le altre arti e con la tecnologia.

E così questi circoli hanno raccolto e prodotto parole sempre più morte, zombie verbali marciti nell’assenza di evoluzione.

La poesia non può essere conservatorismo.

Poi è arrivata la digital art, i blockchain. Molti artisti hanno subito capito che anche il metaverso può essere un territorio in cui far fiorire l’Arte. E la Poesia è Arte. E non può essere autoreferenzialità.

E così la poesia ha visto la luce per la sua resurrezione.

Oggi ci sono tutte le condizioni perché la poesia esploda con tutta la sua rivoluzionaria energia in questo nuovo mondo. Anzi, è compito degli uomini e delle donne di oggi tracciare i sentieri con cui portare poesia fra i bit che stanno costruendo il mondo nuovo.

La poesia è morta. La poesia è risorta

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attualità, Eventi

Il Papeete di Milano Marittima ospita una poesia di Paolo Gambi

Il Papeete di Milano Marittima ospita una poesia di Paolo Gambi. Nell’ambito dell’iniziativa di “street poetry” che vuole portare poesia

Il Papeete ospita una poesia di Paolo Gambi

Il Papeete di Milano Marittima ospita una poesia di Paolo Gambi. Nell’ambito dell’iniziativa di “street poetry” che vuole portare poesia dappertutto, il fondatore di Rinascimento poetico, Paolo Gambi, ha dipinto alcuni versi in un angolo del Papeete di Milano Marittima, il noto stabilimento balneare sempre al centro delle cronache mondane.

Al Papeete –

Eroi e semidei

sotto il sole

e le stelle.

Immortali

almeno per un po’.

Suona la musica

e noi balliamo

sulla sabbia

Paolo Gambi

Versi semplici, da spiaggia, che il Papeete ha accolto con generosità. D’altra parte la poesia e la musica sono universi che finiscono spesso per incontrarsi. E al Papeete c’è una consolidata tradizione musicale: da più di 15 anni la PAPEETE BEACH Compilation è premiata nel mercato musicale come “la regina” grazie alle centinaia di migliaia di copie vendute e collezionate. Una lunga collaborazione con Sony Music, l’evoluzione con la creazione di una delle Playlist più seguite in italia, curata ed aggiornata settimanalmente.

Una delle idee fondanti di Rinascimento poetico è che l’ombra della poesia ci salva dal presente, come è scritto nel manifesto. Non c’era quindi posto migliore di uno stabilimento balneare, anzi, dello stabilimento balneare più famoso d’Italia, per portare un angolo di ombra che salva. Al ritmo delle note. Al ritmo dei versi.

Secondo la filosofia di Rinascimento poetico la poesia non può morire su fogli di carta che nessuno legge, ma ha bisogno di spazi per vivere. Anche spazi inaspettati, inusuali, luoghi in cui non ci si aspetterebbe una poesia.

Come un angolo del Papeete.

Paolo Gambi è il fondatore di Rinascimento poetico. Ha pubblicato una trentina di libri, molti dei quali nel Gruppo Mondadori. Alcuni sono stati tradotti in cinque lingue. La sua ricerca artistica ruota intorno alla parola nel rapporto con la psiche e la tecnologia.
Hanno parlato delle sue poesie realtà di settore come Poesia del Nostro Tempo, RAI poesia, Rivista Clandestino, Vuela Palabra (in spagnolo), Voce (Argentina), Espoarte, oltre a media generalisti come il Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale. IG @paologambi

Il Papeete ospita una poesia di Paolo Gambi
Paolo Gambi scrive una poesia per il Papeete
Il Papeete ospita una poesia di Paolo Gambi
Il Papeete ospita una poesia di Paolo Gambi

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attualità, Eventi, poetando

Eventi di poesia: si possono fare da soli? Ci ho provato, in Liguria

Eventi di poesia: questo è uno dei modi con cui noi di Rinascimento poetico cerchiamo di salvare il mondo. Abbiamo

Eventi di poesia: questo è uno dei modi con cui noi di Rinascimento poetico cerchiamo di salvare il mondo. Abbiamo fatto e facciamo eventi in molte città italiane: Roma, Venezia, Pisa, Ravenna… Momenti in cui le persone sono invitate a tirare fuori il verso che hanno dentro. E a condividerlo.

A questi eventi partecipa davvero tanta gente. E ogni persona che viene è un regalo che insieme accogliamo e facciamo all’universo.

Ma per fare un evento basta molto meno. Per noi è già un evento quando una delle nostre poesie per i Comuni italiani viene accolta. E comunque per fare un evento basta una performance. E per fare una performance bastano pochi versi. Per fare una performance bastano poche parole.

Ero fra la macchia mediterranea e il mare, in Liguria, in una bellissima passeggiata fra Alassio, Laigueglia e Andora. Ho sentito l’esigenza di mettere in piedi un evento di poesia lì, in mezzo al nulla.

Ma si possono fare eventi di poesia da soli, sperduti in mezzo alla natura? Secondo me sì. Intanto c’erano due orecchie ad ascoltarmi, oltre alle mie, quelle di Sara, che ha fatto il video. E poi c’erano rami, sterpaglie, l’odore del mare lontano, animali nascosti nel sottobosco, rocce. E il cielo altissimo che mi sovrastava.

E poi c’era il cellulare, che ha potuto imbrigliare quel momento. Alla fine la tecnologia può essere un terribile rischio, un nemico invincibile, una dipendenza tremebonda. Ma anche una fedele alleata che fa la differenza.

Inondare di poesia il mondo significa anche questo: creare micro eventi di poesia ovunque andiamo, senza dover per forza riempire sempre i teatri, senza avere aspettative di partecipazione. Senza cercare corone e forme. Il nostro compito è seminare poesia. Che poi a raccogliere siamo noi o qualcun altro poco importa. L’importante è che cresca l’albero della poesia.

Anche fra le sterpaglie della macchia mediterranea.

eventi di poesia

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Eventi

Marina di Ravenna ospita il movimento al BBK

Marina di Ravenna ospita Rinascimento poetico al BBK il celebre stabilimento balneare, famoso per le serate danzanti. Più di venti

Marina di Ravenna
Da sinistra: Cristina Maioli, Cristina Croatti, Paolo Gambi, Martina Germanò, Sara Maiocco, Michele Grigato, Paolo Marzocchi, Fausto Fori

Marina di Ravenna ospita Rinascimento poetico al BBK il celebre stabilimento balneare, famoso per le serate danzanti.

Più di venti persone si sono incontrate il 28 giugno 2021 sul terrazzo del BBK per condividere poesie proprie e di grandi poeti della storia.

Il noto stabilimento balneare di Marina di Ravenna è stato scelto anche perché ha ospitato una poesia sul muro scritta da Paolo Gambi, che ha approfittato dell’occasione per “inaugurarla”.

Presenti il fondatore di Rinascimento poetico, Paolo Gambi e la responsabile dell’Emilia-Romagna Cristina Maioli. Si sono uniti la referente del Piemonte Sara Maiocco, il poeta veronese Michele Grigato (Clown Words) e il poeta di Bologna Paolo Marzocchi, la poetessa ravennate Cristina Croatti. Ha letto anche la giovane poetessa Martina Germanò e il giovanissimo Vincenzo Guadagnini ha condiviso una poesia di Montale e una di D’Annunzio.

A sorpresa, a fine evento, è arrivato il pittore e poeta Fausto Fori, che ha intrattenuto le persone rimaste con un suo racconto fra poesia e pittura.

Grande comunanza di cuori anche a Marina di Ravenna, dove la poesia ancora una volta ha salvato un pezzo di mondo.

Michele Grigato
Sara Maiocco
Fausto Fori
Martina Germanò
Cristina Croatti
Paolo Marzocchi
Vincenzo Guadagnini

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Venezia poesia senza fine. Inaugurazione delle attività di Rinascimento poetico Veneto

Venezia poesia senza fine. Il 26 giugno 2021, a partire dalle 18, ai giardini della Marinaressa di ponente il gruppo

venezia poesia
Da sinistra: Giorgia Zemignani, Chiara Martinelli, Kristine Rebesco, Paolo Gambi, Carlo Molinari, Francesca Tomasini

Venezia poesia senza fine. Il 26 giugno 2021, a partire dalle 18, ai giardini della Marinaressa di ponente il gruppo veneto di Rinascimento poetico ha organizzato una lettura di poesie per inaugurare le attività dal vivo in Veneto. Padrona di casa è stata la veneziana Chiara Martinelli, coadiuvata dai poeti veneti Carlo Molinari, Giorgia Zemignani e Kristine Rebesco. Presente anche Francesca Tomasini in rappresentanza del Friuli Venezia Giulia e il fondatore di Rinascimento poetico Paolo Gambi. Nello spirito del movimento sono stati accolti a leggere anche Sara Fusaro e il giovanissimo Cesare “chiamami cinico”, che si erano prenotati online.

L’incontro è stato molto partecipato – erano presenti, nonostante le norme anticovid, oltre 50 spettatori – e pieno di commozione. Dopo la presentazione di Paolo Gambi, e la lettura di poesie di Walt Whitman, Borges, Montale e della Szymborska, i poeti e le poetesse presenti hanno letto a rotazione poesie del proprio repertorio, portando a Venezia poesia a volontà. Tra dediche alle persone care, sperimentazioni linguistiche e proposte dei propri cavalli di battaglia, ciascuno ha contribuito con il proprio verso.

I poeti si sono mossi con maestria in questo evento, che rappresentava in realtà il primo incontro di persona dopo un lungo percorso online, che per alcuni è durato anche un anno e mezzo.

Il movimento ha mostrato il proprio volto più vero e spontaneo, fatto di persone dalle storie più diverse, giovani e meno giovani, ma unite da una indiscutibile passione per la poesia. E dalla convinzione, come ha sottolineato il fondatore Paolo Gambi, che “ciascuno di noi è stato salvato dalla poesia”. Che se può salvare ciascuno, finirà per salvare il mondo intero.

Questo è stato solo l’inizio di una serie di attività che Rinascimento poetico porta a Venezia e in Veneto.

venezia poesia

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Eventi, poetando

Il poeta Giuseppe Conte dialoga con noi

Il poeta Giuseppe Conte è una delle voci più interessanti della letteratura contemporanea. Non si dedica solo alla poesia, ma

poeta Giuseppe Conte

Il poeta Giuseppe Conte è una delle voci più interessanti della letteratura contemporanea. Non si dedica solo alla poesia, ma alla letteratura e alla cultura nel senso più vasto dei termini. Infatti è uno scrittore, poeta, librettista, drammaturgo, traduttore e critico letterario.

Sono stato a visitarlo nella sua casa di Sanremo per raccontargli di Rinascimento poetico. E per avere il privilegio di incontrarlo. Mi ha accolto con gentilezza e benevolenza.

Ne è nato un dialogo bellissimo, da cui ho tratto spunto per moltissime riflessioni. Mi sono infatti trovato di fronte a una persona libera, un vero artista che non ha paura di raccontare la verità nella sua immediatezza.

In questa strana epoca già questo è un atto di rivoluzione.

Il poeta Giuseppe Conte mi ha parlato di moltissime cose. A un certo punto del dialogo non ce l’ho più fatta e, chiedendogli il permesso, ho registrato una parte della nostra conversazione per poterla condividere con i membri di Rinascimento poetico. Eccola qua. Troverete molti spunti interessanti. E inaspettati. E grazie al poeta Giuseppe Conte per avermi e averci accolto.

Opere di Giuseppe Conte

Poesia
Sulla divisibilità dell’io, inserita nell’antologia Zero: testi e anti-testi di poesia, a cura di Franco Cavallo, Altri Termini, Napoli 1974
Èpater l’artiste, in “Altri Termini” n. 4-5, 1973-74, poi inserita nell’antologia Il pubblico della poesia, a cura di Alfonso Berardinelli e Franco Cordelli, Lerici, Cosenza 1975
Il processo di comunicazione secondo Sade, Napoli, Edizioni di Altri Termini, 1975; Ancona, PeQuod, 2005
L’ultimo aprile bianco, Milano, Guanda, 1979
L’oceano e il ragazzo, 1983, Milano, TEA, 2002
Le stagioni, Milano, BUR, 1988, premio Montale
Dialogo del poeta e del messaggero, Milano, Mondadori, 1992
Canto d’oriente e d’occidente, Milano, Mondadori, 1997
La complicità del pane, Lecce, Manni, 1998
Nuovi canti, Genova, San Marco dei Giustiniani, 2001
Lettera ai disperati sulla primavera, Firenze, Ponte alle Grazie, 2002
Ferite e rifioriture, Milano, Mondadori, 2006, Premio Viareggio
Altro bene non c’è che conti: poesia italiana contemporanea per giovani innamorati, 2009, antologia poetica in collaborazione con Maurizio Cucchi e Roberto Mussapi
Poesie, 1983-2015, introduzione di Giorgio Ficara; nota biografica e bibliografia a cura di Giulia Ricca, Milano, Oscar Mondadori, 2015.

Narrativa
Primavera incendiata, Milano, Feltrinelli, 1980
Equinozio d’autunno, Milano, Rizzoli, 1987
I giorni della nuvola, Milano, Rizzoli, 1990
Fedeli d’amore, Milano, Rizzoli, 1993
L’impero e l’incanto, Milano, Rizzoli, 1995; Genova, De Ferrari, 2003
Il ragazzo che parla col sole, Milano, Longanesi, 1997, Premio Dessì[2]
Il terzo ufficiale, Milano, Longanesi, 2002, Premio Letterario Basilicata[3], Premio Hemingway; Milano, TEA, 2005
La casa delle onde, Milano, Longanesi, 2005, Premio Mondello
L’adultera, Milano, Longanesi, 2008, Premio Stresa, Premio Letterario Internazionale “Alessandro Manzoni – Città Di Lecco”[4]
Il male veniva dal mare, Milano, Longanesi, 2013
Sesso e apocalisse a Istanbul, Firenze-Milano, Giunti, 2018
I senza cuore, Firenze-Milano, Giunti, 2019

Saggistica
La metafora barocca: saggio sulle poetiche del Seicento, Milano, Mursia, 1972
Metafora (a cura di), Milano, Feltrinelli, 1980
Il mito giardino (con 10 disegni di Sandro Chia), Tema Celeste, 1990
La lirica d’occidente (antologia), Parma, Guanda, 1990; Milano, TEA, 1998
Terre del mito, Milano, Mondadori, 1991; Milano, Longanesi, 2009
Manuale di poesia, Parma, Guanda, 1995
Il sonno degli dèi: la fine dei tempi nei miti delle grandi civiltà, Milano, Rizzoli, 1999
Il passaggio di Ermes: riflessione sul mito, Firenze, Ponte alle Grazie, 1999
Poesia del mondo (antologia), Parma, Guanda, 2003
Viaggio sentimentale in Liguria, Ventimiglia, Philobiblon, 2010

Teatro e opera moderna
Boine, due atti per la musica di Gianni Possio e per la messa in scena e interpretazione di Franco Carli, Rugginenti, Milano 1986
Veglia, oratorio per soli, sestetto vocale e orchestra da camera, da un’idea di Mimmo Paladino, Carsa Edizioni, Pescara 2002
Le Roi Arthur et le sans-logis, MEET (edizione bilingue), 1995
L’Iliade e il jazz, su musiche di Duke Ellington, rappresentato ad Alassio nell’estate 1995
Ungaretti fa l’amore, Quaderni dell’Ariston, Sanremo 2000
Nausicaa, in “Sincronie” n. 10, 2001; poi, con introduzione di Fabio Pierangeli, Vecchiarelli, Manziana (Roma) 2002
Antologie, curatele, introduzioni
La lirica d’Occidente. Dagli Inni omerici al Novecento, Guanda, Milano 1990; poi TEA, Milano 1998
Almanacco del Mitomodernismo 2000, a cura di Giuseppe Conte, Tomaso Kemeny e Stefano Zecchi, editore Stalla, Alassio 2000
Gli argonauti. Eretici della poesia per il XXI secolo, a cura di Gabriella Galzio, introduzione di Giuseppe Conte, Archivi del Novecento, Milano 2001
La poesia del mondo. Lirica d’Occidente e d’Oriente, con uno scritto di Adonis, Guanda, Milano 2003

Traduzioni
Percy Bysshe Shelley, Ode al vento di ponente, seguito da Nota per una traduzione, “Il verri” n. 12, 1978
David Herbert Lawrence, La donna che fuggì a cavallo, Guanda, Milano 1980
William Blake, Canti dell’innocenza e Canti dell’esperienza, in Id., Opere, Guanda, Milano 1984
David Herbert Lawrence, Poesie, Mondadori, Milano 1987
Percy Bysshe Shelley, Poesie, Rizzoli, Milano 1989
Serge Rezvani, L’ottavo flagello, Rizzoli, Milano 1991
Walt Whitman, Foglie d’erba, Mondadori, Milano 1991
Walt Whitman, O capitano! Mio capitano!, Mondadori, Milano 1995
David Herbert Lawrence, Mattino di primavera e altre poesie, Passigli Editori, Firenze 2008

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Club poetico: Rinascimento è questo. O forse no

Club poetico: alla fine il nostro movimento di poesia è questo. Forse. Un modo per consentire a poeti e poetesse

Club poetico

Club poetico: alla fine il nostro movimento di poesia è questo. Forse. Un modo per consentire a poeti e poetesse di trovarsi, di conoscersi. Di incontrarsi e di condividere poesie.

Il tema della socialità è centrale per chi prova a rispondere alla chiamata della poesia. La rete è piena di poeti che provano a sostenere da soli tutto il peso del mondo. Ed è anche pieno di piccole realtà poetiche che si strutturano intorno a una comune visione della poesia.

I primi finiscono per vivere la frustrazione di non poter sorreggere i pilastri del male su due spalle sole e si ritrovano ad essere sconfitti nella battaglia principale, quella contro l’ipertrofia dell’ego. Le secondo invece spesso diventano circuiti chiusi, in cui si attribuiscono patenti di poeticità ai propri amici estraniandosi dal flusso vitale del mondo.

Nessun giudizio ma noi siamo altro. Rinascimento poetico è uno spazio libero, spontaneo, inclusivo, in cui far fermentare le tante energie che i singoli poeti hanno, senza diventare una setta dei versi. Sappiamo che solo stando tutti insieme possiamo far sentire forte la nostra voce, ma sappiamo anche che è solo rimanendo aperti al mondo che la poesia potrà trovare spazio.

E ciascuno porta la propria diversità, la propria storia i propri versi, belli o brutti che siano.

Siamo uniti solo dalla consapevolezza che la poesia può salvare il mondo. Perché ha salvato prima di tutto noi stessi.

Si sono accorti subito di noi decine di realtà mediatiche, giornali, riviste. Persino RAI1. E questo sta succedendo perché ciascuno mette se stesso nel nostro “club poetico”.

Nel mondo della poesia due più due non fa quattro. Fa infinito.

Ed è quell’infinito che ciascuno si ritrova dentro che alla fine ci ha fatto incontrare.

Abbiamo iniziative che continuano a proporsi davanti ai nostri cammini. Stiamo rincorrendo l’orizzonte. Stiamo crescendo a una velocità del tutto imprevista.

Forse, a ben pensarci, siamo molto più di un club poetico.

Se la poesia ti chiama unisciti a noi!

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attualità

Unomattina in famiglia ospita Rinascimento poetico su Rai1

Unomattina in famiglia è uno storico programma del mattino che va molti anni va in onda su Rai1. Condotto da

Unomattina in famiglia è uno storico programma del mattino che va molti anni va in onda su Rai1. Condotto da Tiberio Timperi e Monica Setta, sabato 5 giugno 2021 ha ospitato un breve intervento di Paolo Gambi come fondatore di Rinascimento poetico.

Questa è la prima apparizione sulla TV nazionale del movimento che sta inondando l’Italia di poesia. D’altra parte crediamo fermamente che la poesia stia salvando il mondo – perché ha salvato e salva ciascuno di noi – e non possiamo fare a meno di portare poesia dappertutto. Come recita il nostro manifesto “E tu puoi contribuire con un verso”. Ogni occasione è quindi buona per portare versi.

Ringraziamo quindi per l’ospitalità la conduttrice Monica Setta, la poetessa e scrittrice Dora Albanese e tutto lo staff di Unomattina in famiglia per averci dato l’opportunità di ritagliare un piccolo spazio poetico nella più importante rete televisiva nazionale.

Speriamo che questo sia il primo passo di un lungo cammino. Che potrà portarci a diffondere poesia in ogni televisione, radio, giornale, social e sito web d’Italia e del mondo.

Sono forse ambizioni troppo grandi? Ai pazzi, e ai poeti, è concesso questo e ben altro. Decidete voi a quale delle due categorie apparteniamo noi.

Unomattina in famiglia

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Eventi

Rinascimento Poetico al Lettere Caffè

di Isabella Esposito Poesia al Lettere Caffè. Chi si fosse trovato a passeggiare in Trastevere venerdì 21 maggio certamente avrebbe

di Isabella Esposito

da sinistra: Jonathan Rizzo, Isabella Esposito

Poesia al Lettere Caffè. Chi si fosse trovato a passeggiare in Trastevere venerdì 21 maggio certamente avrebbe notato quell’ape car colorato all’angolo della strada, mentre suonavano le campane della chiesa di San Francesco a Ripa e una café racer sfrecciava via. Allestendo il veicolo come un palcoscenico, al Lettere Caffè iniziava una serata all’insegna della poesia.  

A conduzione dell’evento il poeta Jonathan Rizzo, autore de “Le scarpe del flâneur ”, in chiusura il maestro Fernando Fidanza con la sua chitarra, presente anche Elisabetta Pamela Petrolati con la sua raccolta “Lo stato del mai”.  
Sette poetesse romane, tra cui la sottoscritta, si sono alternate nella lettura dei propri versi, mentre i passanti, rapiti, si fermavano ad ascoltare.  
Sotto il cielo vespertino di Roma, tra le luci e il brusio dei locali, la poesia accendeva gli animi. 

da sinistra: Isabella Esposito, Jonathan Rizzo, Elisabetta Pamela Petrolati

Rinascimento Poetico dà così inizio ad una serie di eventi dal vivo che si terranno durante l’estate, in quanto la rete rappresenta soltanto un punto d’incontro per i poeti, e il movimento è a contatto con le realtà territoriali di ogni regione d’Italia.  
La poesia è viva e presente nella quotidianità, è nel tramonto che muore all’ombra dei palazzi, tra i battelli sul Tevere, mentre in lontananza un sassofonista suona il suo blues solitario.  

“ Ma il vecchio pescatore dorme ignaro 
di tutto l’amore 
in girotondo che lo circonda. 

[…]

Abbandonato a un legno marcio, 
legato a un filo di nylon, 
preda dei venti 
e del loro Dio, Signore della brezza. 

L’ultimo amo, un briciolo di poesia nel tramonto.” 

Scrive Jonathan Rizzo, ne “Il sogno del pescatore”, poesia tratta dalla sua raccolta “Le scarpe del flâneur”.  
Ridestare gli animi, riscuoterli dalla routine, questo è il compito del poeta.  
Non siamo un canto di sirene, siamo pronti a salpare negli oceani sconfinati della bellezza. 

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Eventi

Street poetry: c’è anche il nostro movimento

Street poetry, o poesia di strada, street art, arte di strada. O forse solo versi che sporcano una parete. Questa

street poetry

Street poetry, o poesia di strada, street art, arte di strada. O forse solo versi che sporcano una parete. Questa è la prima poesia scritta su un muro e firmata (anche) da Rinascimento poetico.

Sono versi dedicati a un luogo simbolo del divertimento romagnolo, il BBK di Marina di Ravenna. Ho raccontato altrove com’è nata l’iniziativa e cos’è successo.

Se è vero, come recita il nostro Manifesto, che “La Bellezza sta già salvando il mondo. E tu puoi contribuire con un verso”, allora bisogna che ciascuno contribuisca come può.

Io personalmente in questi giorni ho sentito l’esigenza di contribuire sporcando un muro di versi. Mi sono confrontato con alcuni membri di Rinascimento poetico e ho deciso di procedere. E così mi sono ritrovato di fronte a quello che forse i critici potrebbero chiamare street poetry, o forse no, firmata sia da me, sia dal movimento di cui mi trovo (mio malgrado) ad essere fondatore.

Questo gesto vale un po’ come invito a tutti coloro che aderiscono al nostro movimento: siate propositivi. Ascoltate ciò che sentite dentro e non abbiate paura di esprimerlo. Coordinatevi con noi, che saremo ben felici di accompagnarvi e di firmare insieme a voi le vostre opere.

Facciamo poesia insieme. Scegliete il nostro movimento per esprimervi nel contesto di un “noi”, per non cadere nel solipsismo egoico a cui ogni artista è spesso destinato. Parliamone, decidiamo come procedere. E firmiamo insieme.

Che siano poesie scritte su un post di instagram o street poetry (se proprio non vogliamo chiamarla poesia di strada) Rinascimento poetico si fa contenitore della vostra creatività e vi dà spazio all’interno della sua comunità e dei suoi social.

Io ho iniziato. Chi mi segue?

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formazione, poetando

La poesia sta già salvando il mondo

La poesia sta già salvando il mondo. Non è uno slogan, è il riassunto della vita quotidiana di chiunque scriva

La poesia sta già salvando il mondo
La poesia sta già salvando il mondo

La poesia sta già salvando il mondo. Non è uno slogan, è il riassunto della vita quotidiana di chiunque scriva realmente poesia. Soprattutto di noi di Rinascimento poetico.

Ho iniziato a scrivere poesie quando mi sono affacciato sull’abisso. Le parole mi hanno teso una mano e mi hanno strappato dalla caduta, da cui chissà se mai sarei potuto risalire.

La poesia mi ha salvato. E salvando quel piccolo scampo di cosmo che è il mio cuore ho contribuito a salvare il mondo. Ha salvato il mio. Chi fa poesia fa questo e niente di meno: salva il pezzo di mondo su cui cammina.

Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Luis Borges

Quando, in un colloquio, Luis Sepulveda mi disse che la poesia non può salvare il mondo ci rimasi molto male. Ci ho dovuto riflettere molto prima di capire che le sue parole erano in netto contrasto con l’esempio della sua vita: come guerrigliero rivoluzionario non aveva cambiato un granché. Come poeta e scrittore aveva raggiunto milioni di cuori. Anche lui è testimone del fatto che la poesia sta già salvando il mondo.

Tutte le attività che stiamo mettendo in piedi con il nostro movimento non sono passatempi, non sono azioni confinate a un mondo di nicchia. Sono il nostro tentativo di fare la nostra parte nella battaglia per la salvezza del mondo.

Ogni poesia è una mano tesa verso chi non vuole cadere nell’abisso. Ogni verso è un dito puntato verso l’Oltre che rende ogni istante della nostra vita degno di essere vissuto. Ecco perché non possiamo smettere di inondare il mondo di Poesia.

Un acino d’uva da solo muore. Tanti acini insieme finiscono per portare i palati in paradiso.

Lì è dove vogliamo portarti. Vieni con noi?

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sulla poesia

La poesia ti chiama. Siamo qui per te.

La poesia ti chiama La poesia ti chiama. Vuole salvarti la vita. Lo testimonio: la poesia mi ha salvato la

La poesia ti chiama

La poesia ti chiama

La poesia ti chiama. Vuole salvarti la vita.

Lo testimonio: la poesia mi ha salvato la vita. Lo ha fatto con la forza di parole che risuonano dai tempi in cui la pioggia parlava a foreste che non avevano conosciuto lingua umana. Mi tende una mano ogni volta che l’abisso si fa più vicino. Mi indica continuamente il cielo.

Ogni giorno la poesia chiama anche te. Versi immortali bussano al cuore di milioni di persone. Cosa possiamo fare noi per rispondere?

Noi abbiamo deciso di incrociare i nostri cammini e di dare vita a questo movimento.

E tu puoi contribuire con un verso

Walt Whitman

Da quando abbiamo formalizzato l’esistenza del movimento Rinascimento poetico, poche settimane fa, c’è stata un’esplosione nucleare che ha invaso la mia quotidianità. Centinaia, migliaia di contatti si sono interessati di Rinascimento poetico, centinaia di persone si sono già iscritte. Abbiamo iniziato a strutturare una classe dirigente, organizzandoci per regioni e per settori. Abbiamo già varie commissioni che fungono da gruppi di lavoro: comunicazione, instagram, scuola… Stiamo per partire con un progetto che investirà tutta l’Italia con un’onda di poesia senza eguali.

E molti ora mi chiedono: cosa posso fare con Rinascimento poetico? Perché dovrei aderire?

Il nostro è un movimento che ha un’ambizione piccola piccola: salvare il mondo con la poesia. Lo facciamo cercando di fare la nostra piccola parte. Vuoi essere dei nostri? Fai così:

  • Leggi il nostro manifesto. Se ne condividi il contenuto aderisci.
  • Vieni a seguirci sul profilo instagram
  • Unisciti al gruppo facebook: condividi le tue poesie con noi
  • Scrivici di cosa ti occupi, se hai voglia di mettere tue competenze a servizio della poesia troveremo il modo di metterle a frutto paolo@rinascimentopoetico.it
  • Scrivici di dove sei perché possiamo metterti in contatto con altri poeti vicino a te: il prossimo passo è quello di creare cenacoli poetici in ogni regione!

La poesia sta già salvando il mondo. La poesia ti chiama.

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formazione

Autostima: il primo effetto della poesia

Autostima. Passiamo la vita a cercare il nostro nome. E a dargli valore. Facciamo di tutto per riuscire a credere

autostima

Autostima. Passiamo la vita a cercare il nostro nome. E a dargli valore. Facciamo di tutto per riuscire a credere che siamo qualcuno, che valiamo qualcosa, almeno abbastanza da essere amati. E allora ci buttiamo in letture di Osho, corsi di crescita personale, PNL, rebirthing, yoga della risata. Costruiamo proiezioni di noi, ombre lunghe che ci facciano illudere di essere più alti di quanto siamo. E alziamo muri per difenderci da tutto ciò che vuole sbattere a terra l’immagine che ci siamo costruiti sulle nuvole.

La battaglia per l’autostima è molto dura. Anche per questo ho deciso di fondare Verba manent.

La buona notizia è che il più grande alleato in questa guerra è al nostro fianco. Anzi, è proprio dentro di noi. La parola. La parola è ciò che crea e disfa immagini, credenze, convinzioni. La parola è l’afflato creatore, il pennello che dipinge i quadri del nostro mondo.

Chi si occupa di poesia conosce la potenza della parola. E prima o poi scopre il valore anche terapeutico dell’attività poetica. Navigare fra i versi di Omero o di Dante, di Shakespeare o di Borges significa trovarsi in un mare pescoso: basta la rete dell’intelletto per pescare tesori inestimabili.

I grandi poeti sono stati illuminati che prima di noi hanno percorso le vie della conoscenza di sé. In quelle parole, sintetizzate attraverso gli alambicchi delle loro esperienze, c’è la strada per raggiungere quella dimensione di mistero in cui solo può albergare la vera autostima. E chiunque voglia può attingere a questo profondo pozzo dove giace nascosta la risposta che cerchiamo per tutta la vita.

Ma chi sceglie la poesia prima o poi finisce per scriverla. Siamo tutti poeti. Pochissimi diventeranno noti al grande pubblico, ma i versi che ci escono dalle dita sono già un enorme regalo che facciamo a noi stessi. Quelle parole che ci fluiscono fuori sono come chiodi che piantiamo nella roccia del monte che stiamo scalando.

Scrivere poesie è l’atto di conoscenza di sé più alto che una persona possa fare.

Ecco perché Rinascimento poetico si occuperà di divulgazione poetica e anche di formazione legata alla poesia. Perché tutti meritiamo un po’ di autostima in più.

Nel frattempo, dal 4 al 6 giugno ad Alassio terremo il primo incontro di Verba manent

Paolo Gambi

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sulla poesia

Poesia e musica: un dialogo che arriva da lontano

Poesia e musica un tempo erano essenzialmente la stessa cosa. Non sappiamo se Enḫeduanna, la poetessa accadica che scriveva nel

poesia e musica

Poesia e musica un tempo erano essenzialmente la stessa cosa. Non sappiamo se Enḫeduanna, la poetessa accadica che scriveva nel XXIV secolo a.C., accompagnasse i propri componimenti con musica. Ma di certo sappiamo che l’Iliade e l’Odissea, così come tutta la poesia antica, erano accompagnate da note. Quando, intorno al 1224 d.C., Francesco d’Assisi compone la prima poesia italiana (di autore noto), il Cantico delle Creature, aveva scritto anche la musica per accompagnarla.

Poi è successo qualcosa. Poesia e musica hanno preso cammini diversi. La musica, anche quando accompagnata da espressioni verbali, ha pian piano preso il sopravvento sulla parola. E la parola si è isolata in propri generi, separati dalla musica: nessuno oggi immaginerebbe un romanzo della Rowling – che deriva in qualche modo dall’antica epica – cantato o accompagnato da musica. E questo è accaduto non solo al genere romanzo, ma anche alla poesia. La quale nel XIX secolo ha abbandonato l’ultimo retaggio che la legava alla musica, ossia la metrica.

Questa è un’era di enormi cambiamenti. In tempo di globalizzazione e di ridefinizione di tutti i canoni la poesia deve uscire dalle gabbie in cui l’egotismo l’ha confinata. E per fare questo deve anche ritrovare un diverso equilibrio con le altre arti. Ci sono molte strade di sperimentazione con cui poesia, arti visive e musica stanno abbattendo i muri delle divisioni invadendo i confini gli uni delle altre.

E la chiave che apre le porte che separano le arti sta anche nella tecnologia. Oggi gli avanzamenti tecnologici, che corrono a velocità mai viste, creano nuovi spazi e nuove possibilità di sperimentazione che un tempo si sarebbero solo potuti sognare. Spazi virtuali, possibilità di diffusione e divulgazione.

Ho provato a dire la mia, con una sperimentazione che cerca di far incontrare note e parole in un equilibrio nuovo.

Poesia e musica si stanno ridefinendo. E chi ha versi da far sposare alle note sappia che è l’ora di agire.

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poetando

Poeti: un plurale che ci salva dall’ego

Poeti: questa parola è bellissima al singolare. Diventa magia al plurale. Chiunque scriva poesie lo sa bene: uno dei motivi

poeti

Poeti: questa parola è bellissima al singolare. Diventa magia al plurale.

Chiunque scriva poesie lo sa bene: uno dei motivi principali per cui ci si mette a comporre versi è sfamare la bramosia di quell’ego che ci richiede risposte a una domanda assassina. Una domanda da cui dipende la nostra stessa esistenza. Chi sei?

Potersi rispondere “sono un poeta” riesce in tre sole parole ad appagare ogni nostra esigenza.

Non è un processo strano, ogni artista ha in sé anche questa esigenza. Bisogna imparare a vedere il proprio ego e le sue richieste, accettarlo, abbracciarlo.

Poi però bisogna andare oltre per non rimanere suoi servi.

Il senso di questo nostro “Rinascimento poetico” è anche quello di sentirsi poeti tutti insieme. Vogliamo fornire un abbraccio di comprensione a tutti gli altri. Siamo qui a dirti, a dirci: sappiamo benissimo quello che hai dentro, viviamo anche noi, insieme a te, le tue stesse esigenze, i tuoi stessi sogni, le tue stesse paure. E vogliamo imparare ad andare oltre insieme.

Perché lo sappiamo che la Poesia sta già salvando il mondo. Ma per fare ciascuno la propria parte bisogna tendersi continuamente le mani.

Nel corso della storia migliaia e migliaia di persone si sono avvicinate a un cammino di avvicinamento alla Bellezza, alla Verità, al Mistero grazie alla poesia. E se guardiamo alla storia di quelli che sono arrivati a essere grandi vediamo come tutta la loro vita è un complicato equilibrio di alleanze e guerre con il proprio ego.

Qui vogliamo trasformare questo percorso costruendo un grande “noi”. Un “noi” che parte da Omero e arriva sino all’ultimo verso che abbiamo scritto, passando per Virgilio, Dante, Shakespeare, Oscar Wilde, Leopardi e tutti gli altri. Un noi che diventa anche operativo, in progetti che Rinascimento poetico fa e vorrà fare.

Viviamo nell’era della rete. La grande sfida di questa contemporaneità liquida è quella di ricostruire, in modo nuovo, legami che erano stati tagliati in nome di un idolatrico individualismo.

Noi nel Rinascimento poetico vogliamo provarci. Siamo poeti. Sì, ma tutti insieme.

2 commenti su “Poeti: un plurale che ci salva dall’ego”

  1. La tua proposta è molto bella, a me piace il dialogo poetico, a dire il vero lo esercito in spontaneità, la mia è quasi una conversazione poetica che trascina per strade e sentieri meravigliosi. Nel mio percorso ho scritto tanto e anche le Corali mi hanno arricchito annullando il senso di solitudine o di una scrittura che finisce dentro se stessa.
    La parola è un viaggio dentro e fuori di noi, la possibilità di incontrare il pensiero dell’altro a volte anche un alter ego che ci rispecchia e ci rende visibili a noi stessi.

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CONTEST POETICO

Scrivi poesie e salva il mondo

Scrivi poesie: la Poesia sta già salvando il mondo. Magari non ce ne accorgiamo, mentre stiamo concentrati a inseguire la

scrivi poesie

Scrivi poesie: la Poesia sta già salvando il mondo. Magari non ce ne accorgiamo, mentre stiamo concentrati a inseguire la parola giusta e navighiamo fra le spine dell’ambizione entro le colonne d’Ercole del nostro ego.

Diventa più chiaro se ci tuffiamo fra i versi immortali di un qualche grande poeta della storia. Ci pensiamo, sentiamo il tempo farsi più lieve sulle nostre spalle e forse ce ne rendiamo conto: la Poesia sta già salvando il mondo.

Chi decide di scrivere Poesia prima o poi deve fare i conti con un fardello molto pesante: la consapevolezza di ciò che sta facendo. Nell’istante in cui accettiamo quell’invito interiore a scrivere diventiamo un tramite tra qui e altrove, tra il mistero e il linguaggio, tra l’eterno e il tempo.

Non si può scrivere Poesia senza sapere che si sta compiendo un altissimo atto d’umanità. In ogni verso è contenuta una storia che parte dai poemi perduti dell’antichità e arriva ai giorni nostri. Chi scrive Poesia si inserisce in un fiume in cui scorrono Omero e Dante, Shakespeare, Tasso, D’Annunzio, Montale, Borges, la Szymborska, la Merini…

Questa consapevolezza richiede responsabilità. Non sacrifichiamo la sacralità della Poesia semplicemente per compiacere il nostro ego. Non mettiamo la Poesia a servizio di ideali inferiori all’infinito. Non conformiamoci alle mode passeggere del momento, se non per riempirle di Poesia.

Usiamo invece la Poesia per donare al mondo quel piccolo pezzo di esistenza che sta fra la terra e il cielo. Facciamoci strumenti per connettere il mistero, che sovrasta le nostre teste e alberga nel nostro cuore, con la quotidianità che scorre nel tempo.

E soprattutto leggiamo. Leggiamo cento poesie prima di scriverne una. Perché solo facendoci parte del grande fiume che scorre dagli albori dei tempi potremo avere l’ambizione di sfociare nel mare.

Scrivi poesie. Ma fai Poesia.

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sulla poesia

Amanda Gorman: questa, semplicemente non può chiamarsi poesia

Amanda Gorman ha attirato su di sé una grande attenzione mediatica. Grazie all’insediamento del presidente Biden, durante il quale è

Amanda Gorman

Amanda Gorman ha attirato su di sé una grande attenzione mediatica. Grazie all’insediamento del presidente Biden, durante il quale è salita sul pulpito a leggere alcune sue parole, è diventata un’influencer. Poi ha attirato su di sé l’attenzione prima perché è stata presa da un’agenzia di moda, poi perché si sono create polemiche orribili intorno alla traduzione dei suoi testi in olandese (una poetessa che avrebbe dovuto tradurla ha fatto un passo indietro perché la pressione mediatica l’ha considerata inadeguata in quanto bianca), e poi ancora perché è stata rifiutata la traduzione in catalano da parte di uno scrittore che aveva la colpa di essere bianco e maschio. Insopportabili episodi di razzismo.

Tutto questo fa sollevare molti sospetti e ci porta ad una conclusione che nessuno sembra avere il coraggio di avanzare: semplicemente quello che scrive Amanda Gorman non è Poesia. Come avevo sostenuto subito l’operazione che c’è dietro alla Gorman è un’alleanza fra potere mediatico e propaganda ideologica. Ma basta leggere ciò che scrive – inquadrato nel contesto – per capire che di poetico non ha nulla, è pura e semplice propaganda. Propaganda di un’ideologia nuova e terrificante che si sta insinuando nelle nostre teste.

Non basta scrivere un discorso di propaganda, venderlo come Poesia e pensare che lo diventi.

Come possiamo chiamare Poesia la propaganda di Amanda Gorman?

La Poesia abbraccia l’esistente e il mistero, abbraccia l’umanità. La Poesia guarda l’universo attraverso lenti che ambiscono a essere universali. Una Poesia che guardi il mondo attraverso le lenti distorcenti del razzismo, molto semplicemente, non è più Poesia.

D’altra parte non si può ignorare cosa sia successo immediatamente prima della nascita di questo fenomeno mediatico, con l’America insorta, rigurgiti di razzismo, la guerra interna per la presidenza contro Trump, il paese diviso e le posizioni che si sono estremizzate. Lei è il risultato di questo, è un’arma della guerra che si sta combattendo. Fenomeni che sono a noi estranei, come estranei sono le radici più profonde di quest’albero in fiamme.

Sia ben chiaro, la poesia militante esiste da sempre (pensiamo a Dante…), ma un confine fra poesia e pura propaganda bisogna tracciarlo. Altrimenti potremo considerare Poesia anche il prossimo intervento alla Camera del più improbabile ministro. Per quel poco che vale facciamo la nostra parte. Chissà se diventerà presidente degli Stati Uniti o verrà dimenticata in qualche settimana. Ciò che è certo è che Amanda Gorman nell’orizzonte poetico sarà servita a questo: a definire cosa non è Poesia.

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