Poeti: un plurale che ci salva dall’ego

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Poeti: questa parola è bellissima al singolare. Diventa magia al plurale.

Chiunque scriva poesie lo sa bene: uno dei motivi principali per cui ci si mette a comporre versi è sfamare la bramosia di quell’ego che ci richiede risposte a una domanda assassina. Una domanda da cui dipende la nostra stessa esistenza. Chi sei?

Potersi rispondere “sono un poeta” riesce in tre sole parole ad appagare ogni nostra esigenza.

Non è un processo strano, ogni artista ha in sé anche questa esigenza. Bisogna imparare a vedere il proprio ego e le sue richieste, accettarlo, abbracciarlo.

Poi però bisogna andare oltre per non rimanere suoi servi.

Il senso di questo nostro “Rinascimento poetico” è anche quello di sentirsi poeti tutti insieme. Vogliamo fornire un abbraccio di comprensione a tutti gli altri. Siamo qui a dirti, a dirci: sappiamo benissimo quello che hai dentro, viviamo anche noi, insieme a te, le tue stesse esigenze, i tuoi stessi sogni, le tue stesse paure. E vogliamo imparare ad andare oltre insieme.

Perché lo sappiamo che la Poesia sta già salvando il mondo. Ma per fare ciascuno la propria parte bisogna tendersi continuamente le mani.

Nel corso della storia migliaia e migliaia di persone si sono avvicinate a un cammino di avvicinamento alla Bellezza, alla Verità, al Mistero grazie alla poesia. E se guardiamo alla storia di quelli che sono arrivati a essere grandi vediamo come tutta la loro vita è un complicato equilibrio di alleanze e guerre con il proprio ego.

Qui vogliamo trasformare questo percorso costruendo un grande “noi”. Un “noi” che parte da Omero e arriva sino all’ultimo verso che abbiamo scritto, passando per Virgilio, Dante, Shakespeare, Oscar Wilde, Leopardi e tutti gli altri. Un noi che diventa anche operativo, in progetti che Rinascimento poetico fa e vorrà fare.

Viviamo nell’era della rete. La grande sfida di questa contemporaneità liquida è quella di ricostruire, in modo nuovo, legami che erano stati tagliati in nome di un idolatrico individualismo.

Noi nel Rinascimento poetico vogliamo provarci. Siamo poeti. Sì, ma tutti insieme.

2 commenti su “Poeti: un plurale che ci salva dall’ego”

  1. La tua proposta è molto bella, a me piace il dialogo poetico, a dire il vero lo esercito in spontaneità, la mia è quasi una conversazione poetica che trascina per strade e sentieri meravigliosi. Nel mio percorso ho scritto tanto e anche le Corali mi hanno arricchito annullando il senso di solitudine o di una scrittura che finisce dentro se stessa.
    La parola è un viaggio dentro e fuori di noi, la possibilità di incontrare il pensiero dell’altro a volte anche un alter ego che ci rispecchia e ci rende visibili a noi stessi.

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