Rinascimento della Poesia Rinascimento delle Arti

Rinascimento Poetico, da sempre cultore della Bellezza in tutte le sue espressioni, vi presenta due nuove Rubriche dedicate all’approfondimento culturale del nostro tempo:

Rinascimento della Poesia  e  Rinascimento delle Arti a cura di:

Antonella Corna

Si inaugurano con oggi una serie di interviste ai poeti e agli artisti italiani contemporanei, a quelle figure, cioè, che stanno scrivendo in sordina la storia artistico-letteraria contemporanea e con i quali Rinascimento Poetico vuole dialogare per portare alla luce il loro canto, la loro ricerca estetica, la loro capacità di rendersi testimoni illuminati e illuminanti di questo nostro tempo così inafferrabile e a volte doloroso.

Attraverso sei domande a ciascuno degli intervistati indagheremo il senso della vita e cercheremo di incontrare la Bellezza, nelle piccole come nelle grandi cose, con la consapevolezza di maneggiare una forza misteriosa e mai scontata, che sfugge a canonizzazioni convenzionali e che pone tutti, artisti compresi, di fronte ad un lungo e personalissimo percorso di ricerca.

Rinascimento della Poesia incontra Gianluca Caporaso

Intervista a cura di Antonella Corna

Gianluca Caporaso

 GIANLUCA CAPORASO. Gianluca Caporaso nasce a Potenza, dove vive. Laureato in Scienze della comunicazione a Salerno e specializzato in Comunicazione e Marketing al Master “UPA-Cà Foscari” di Venezia, si definisce un poeta narratore. Conduce laboratori di scrittura fantastica per grandi e per bambini. Il suo nuovo libro “Tempo al tempo”, uscito a marzo 2021, è una raccolta di 37 filastrocche sui tanti tempi del tempo, edita da Salani editore e illustrata da Francesca Cosanti. Nell’arco di soli due mesi il libro è già arrivato alla terza edizione.

  • Gianluca: raccontaci qualcosa di te attraverso un sentimento, un’emozione, una canzone e una poesia.

Beh, mi sembra un bell’impegno fare un viaggio verso me attraverso queste regioni. Penso di essere un malinconico, uno che ha uno sguardo istintivamente votato alle cose che passano, alle cose che si perdono. Mi colpiscono i visi impensieriti dei bambini, le sere alla finestra, la forma delle nuvole, le chiacchierate notturne con gli amici. A proposito di poesia, questo mio modo di sentire si traduce in un verso di Borges che mi ha sempre toccato: “amo le minute sapienze che si perdono in ogni trapasso d’uomo”.

E poi mi incuriosisce la felicità, che ho sempre trovato mirabilmente tradotta in versi da parte di Rilke, nel finale della sua decima elegia: “E noi, che pensiamo alla felicità / come a qualcosa che sale, sentiremmo / l’emozione, che quasi ci sgomenta, / di quando una cosa felice cade”.

Ecco, la felicità come un perdersi dentro il soffio del mondo. Un lasciarsi andare. Un cadere.

  • La pratica poetica è un esercizio sempre nuovo per togliere veli alle cose, per guardare al di là del visibile: qual è l’approccio di Gianluca Caporaso alla vita, qual è lo sguardo gettato sulla realtà?

Si, è un esercizio sempre nuovo per togliere veli alle cose, ma anche per incontrare nuovi misteri delle cose. Entrare nella luce dei segreti, scoprire i segreti della luce. A volte le parole fanno fare capriole incredibili all’insignificanza della vita e la portano in luoghi dove è possibile sentire il vociare degli dei. Altre volte costruiscono la musica proprio dove la vita langue, altre la accompagnano in una corsa meravigliata nel chissadove. L’esercizio poetico, come nostalgia del canto, credo sia possibile solo dove l’uomo ha sancito una tregua col dolore.

  • La poesia è nata con l’uomo e attraverso l’esperienza umana muta, cresce.  Come deve essere per te la poesia oggi: creativa, anacreontica, colta, reticente, drammatica, sentimentale, insomma che linguaggio deve parlare?

Non so rispondere. Credo che la bellezza del linguaggio consista nella possibilità di ritrovarsi davanti a una babele di percorsi, di proposte, di suggestioni, di svelamenti. Ognuno avvera la lingua secondo la sua traiettoria esistenziale, poetica, linguistica, fisica. Penso spesso al fatto che la lingua ci parli e che in un modo o nell’altro i versi e le rime che ci attraversano ricevano la forma del nostro corpo, dei nostri pensieri, dei nostri sogni, delle nostre piccolezze. Io amo la poesia che porta il canto, quella che fa dire le cose alle bocche chiuse del mondo. Una sorta di rivolta verso i destini che ci vogliono con la testa piegata.

  • La bellezza salverà il mondo – diceva Dostoevskij – La bellezza sta già salvando il mondo – dice Rinascimento Poetico. Gianluca: che rapporto hai con la bellezza?

La bellezza è una promessa di felicità. Un percorso, una direzione sconvolgente dei propri passi. Ricordo dei versi di Ceronetti in cui parlava della bellezza come crimine contro la “pisciosa carne” di cui siamo fatti… Non saprei dire se ci salverà. Se siamo qui è forse perché lo ha già fatto. Se siamo qui è forse perché la bellezza ci ha condannati al qui. Non riesco mai a vedere le cose in un’unica dimensione.

  • L’umanità oggi si trova ad affrontare un’epoca di grandi trasformazioni, segnata da profondi cambiamenti sociali, politici e culturali che si riflettono inevitabilmente anche nel mondo dell’arte. Credi anche tu che si stia vivendo un Nuovo Rinascimento? I poeti e gli scrittori come si collocano all’interno di tale rivoluzione? Secondo te un buon verso può davvero salvare il mondo?

Ho amato tantissimo un poeta che si chiamava Mamoud Darwish. Ti rispondo con un suo verso: “tu parla, parla. Consentimi di poggiare il passo su un cammino di pietra”.

  • Tra le poesie d’Autore a te care, quale sceglieresti per lanciare al mondo un messaggio di speranza?

L’infinito di Leopardi.

Intervista di Antonella Corna

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